LA RETROSPECTIVE
CHE COS'E' E COME APPLICARLA

Conosci Scrum meglio delle tue tasche? O stai iniziando a muovere ora i tuoi primi passi verso l’Agile? Che tu faccia parte del primo o del secondo gruppo poco importa: questo post va bene per gli intenditori e non. In modo semplice e comprensibile, vogliamo oggi infatti fare chiarezza sulla Retrospective nella Scrum Agile, su cosa è, le sue origini, insomma capire di cosa si tratta.

Innanzitutto fermiamoci un attimo alla definizione, a come potremmo spiegare la Retrospective. Nello Scrum Agile, come abbiamo visto qualche tempo anzi post fa, il progetto viene diviso in fasi chiamate Sprint: ecco la Retrospective è quel momento in cui il team analizza lo Sprint appena concluso e definisce le prossime azioni da fare per apportare miglioramenti. 

La Retrospective, nell’Agile e nella vita. 

Riflettiamo un attimo. L’applicabilità e l’utilità della Retrospective non inizia né finisce con l’Agile Scrum. In qualsiasi progetto sono necessari dei punti di controllo per misurare ciò che viene fatto, analizzarlo e agire consapevolmente nel suo sviluppo. Pensiamo ai progetti aziendali monitorati passo dopo passo da un project manager o perché no alla nostra vita privata. Quando per esempio facciamo un corso di lingua o apprendiamo una nuova materia verifichiamo e misuriamo costantemente ciò che abbiamo appreso, cercando di capire come migliorare ancora nello step successivo. Perché si sa, non si smette mai di imparare!

In campo aziendale, nel lean management(= la gestione aziendale che si basa sul continuo miglioramento oggettivo, qualitativo e quantitativo dei risultati e che coinvolge attivamente i lavoratori), e nello specifico nel ciclo iterativo di Deming (detto anche PDCA, ovvero Plan-Do-Check-Act) esistono quattro fasi destinate al controllo e al miglioramento continuo dei processi e dei prodotti. Quali? Pianificare, Fare, Verificare, Agire.

È noto poi che nello sviluppo dei software, e in particolar modo nel manifesto Agile, sia presente, anche se non con il termine Retrospective, quel momento di riflessione e presa di coscienza da parte del team del lavoro svolto, dove si valuta come aggiustare e implementare al progetto un miglioramento per la fase successiva. Una momento che non accade, ma che viene pianificato costantemente, a intervalli regolari, come parte integrante e vitale del progetto stesso.

Bello da leggere si, complicato però da fare. Pensiamo a un progetto a lungo termine, dove dieci giorni circa, otto persone devono confrontarsi non perdendo mai di vista l’obiettivo da raggiungere, mantenere la calma anche sotto pressione e avere ben saldi tutti i valori fondanti della cultura agile, come la fiducia e la trasparenza nei loro rapporti. Possono esprimere la propria opinione ma non attaccarsi. Uno scenario ideale quando va tutto liscio (quando?!?), un gioco di equilibrio nella realtà. Ma scendiamo nei dettagli e vediamo come funziona la Retrospective in uno scenario di Agile Scrum.

La Retrospective, il meeting e come funziona.

In cosa consiste la Retrospective? Quanto dura? Di cosa si parla? La prima ma fondamentale cosa è l’intensità. Affrontare la Retrospective in modo superficiale e veloce non porta a niente o quasi. Questo momento non è un incontro fatto per pura formalità, fatto perché si deve fare, ma un momento cruciale per verificare ciò che è stato realizzato e decidere come agire per migliorare lo stato da attuale a futuro. Retrospective lunghe ore ed ore finiscono per disperdere l’attenzione del team, troppo concise non vanno a fondo e non servono a niente. Il tempo ottimale di una Retrospective è di circa un’ora dove con intensità e grande attenzione si verifica il lavoro svolto e discute con l’intero team dei prossimi step. 

Il moderatore e il suo ruolo.

In ogni sessione di Retrospective si seleziona un moderatore, che spesso coincide con lo Scrum Master. Il suo ruolo è fondamentale in quanto il meeting non deve divagare o perdere il punto del discorso. Il moderatore introduce gli obiettivi del meeting e modera gli interventi del team: tutti possono intervenire ed esprimere la loro opinione senza attaccare gli altri o di conseguenza esserlo.

Il team e la fase di riflessione.

Ogni esponente del team riflette, ascolta e espone poi il proprio pensiero. Ma come si fa a tirare le somme delle considerazioni fatte per definire poi una Retrospective? Per affrontare questo passaggio e non creare confusione è necessario individuata una tecnica di gestione della Retrospective in Agile Scrum. Vediamone due in particolare. 

La prima è una delle tecniche di gestione più note, ovvero la Mad Sad GladMolto semplice e intuitiva riesce a coinvolgere attivamente il team e non disperdere la sua attenzione. Ferma su tre punti fondamentali interroga il team con tre domande precise: 

  • Cosa non dobbiamo più fare? Cosa è stato di ostacolo al miglioramento del progetto?

  • Su cosa possiamo lavorare e quindi migliorare?

  • Quali sono stati gli aspetti migliori di ciò che abbiamo svolto fino ad adesso? Su cosa quindi dobbiamo puntare per i prossimi step?


La seconda tecnica di gestione è invece un po’ più complessa della prima ma utilissima per i progetti più grandi, più duraturi e che coinvolgo un team numeroso. Si tratta della 
Speed Car-AbysIn un mix di retrospettiva e futurospettiva, questa tecnica è molto utile quando si è vicini a un rilascio o a un momento deciso nel progetto. Da l’opportunità di avere una panoramica sul passato e riflettere sul futuro, basandosi su quattro figure fondamentali: motore, paracadute, abisso e ponte.

Nel guardare al passato incontra:

  • Il motore: cosa ci ha spinto in avanti? Quali sono stati i nostri punti di forza?

  • Il paracadute: cosa ci ha rallentato? Quali sono gli ostacoli che ci hanno messo in difficoltà? 


Nel guardare al futuro, incontra:

  • L’abisso: quali sono i rischi che potremmo incontrare? Quali pericoli potremmo dover affrontare?

  • Il ponte: cosa possiamo fare per gestire il rischio? Come possiamo muoverci per superare le nuove sfide?


Dalla Retrospective alle azioni di miglioramento.

Affinché la Retrospective non diventi vana, al termine del meeting vengono individuate delle azioni da compiere e dei componenti del team che le porteranno a termine. Nella Retrospective successiva si verificherà se e come ciò è stato realizzato.  

Lo stesso meeting fa parte del progetto. Valutarlo e misurarlo insieme al team è importante. Dedicate gli ultimi minuti della sessione per raccogliere feedback da parte del team, capire se è stato utile, se è migliorabile, cosa non ha funzionato. Il team è fatto da professionisti, ma gli stessi professionisti sono persone: il loro stato d’animo è importante. Ricordalo. 

Ti è stato utile questo post? Bene, perché la storia continua.


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