METODOLOGIA LEAN
DAL METODO ALLE SUE APPLICAZIONI

Metodologia Lean, Lean Thinking, pensiero snello... Avete mai sentito parlare di tutto questo? Che la vostra risposta sia positiva o negativa siete nel post giusto comunque. Potrete infatti conoscere o approfondire attraverso questo testo la Metodologia Lean e scoprire le sue applicazioni. Ma adesso bando alle ciance e iniziamo.


Il metodo Lean, dalle sue origini. 

Il metodo Lean nasce dopo la seconda guerra mondiale, nelle fabbriche della Toyota. È proprio qui che il canonico metodo produttivo di Ford viene messo in discussione dando vita ad un nuovo pensiero e ad una nuova strategia. Una metodologia rivoluzionaria in quanto tiene conto di un aspetto fondamentale del mercato, spesso sottovalutato: l’imprevedibilità. Il Lean sviluppa e crea il prodotto ascoltando il cliente e il mercato, acquisendo attraverso interazioni costanti dati e informazioni. I bisogni e le opinioni dell’user non sono ipotizzati ma reali: ciò porta ad un ciclo di produzione del prodotto ottimizzata e costantemente testata.

Il metodo Lean si pone tre obiettivi principali:

1. Rendere i processi di produzione e gestione più snelli;

2. Ridurre gli sprechi in generale, dalle risorse economiche al tempo;

3. Aumentare il valore del prodotto.

Al centro del Metodo Lean c’è il cliente, ci sono i suoi bisogni. Realizzare qualcosa di innovativo, bello o perfetto ma non necessario porterà a un unico finale: il fallimento. Il metodo Lean ci viene incontro su questo, portando l’azienda ad avere un rapporto continuo con il suo mercato di riferimento. Ciò permetterà di migliorare e costruire il prodotto impiegando meno risorse e ottenendo una risposta migliore.

Il Metodo Lean, sbagliando si impara.

Testare, provare, sperimentare sono tutte attività comuni per chi abbraccia il metodo Lean. Apprendere, capire come agire e perché agire in un modo piuttosto che in un altro portano a confrontarsi con l’errore e con la grande paura di sbagliare. E ancora di più di fallire. Ma proviamo a cambiare il punto di vista. Anche il fallimento ha il suo lato positivo: attraverso lui è possibile analizzare le diverse azioni fatte e capire dove il prodotto e l’azienda non hanno funzionato. Studiare i dati e analizzarli porta a fare tesoro degli errori, costruire un know-how e un’esperienza all’interno dell’azienda e del team. Ciò non significa andare avanti a tentativi e alla cieca ma seguire una strategia prestabilita testandola, migliorandola e rinnovandola test dopo test. Moltissimi colossi imprenditoriali prima di arrivare al successo sono passati dalla strada del fallimento, Apple e Instagram inclusi. 

Brancolare nel buio continuando a proporre un prodotto che non interagisce e non risponde al mercato porterà solo ad aumentare i costi e i rischi di impresa. Agire seguendo il Metodo Lean porterà invece a realizzare un grande esperimento fatto da tanti piccoli test: tutto questo basato su delle radici (la strategia) che non viene messa a rischio ogni volta. 

Quindi, in sintesi:

  • Il fallimento fa parte del processo: solo sbagliando senza imparare si può dire di aver davvero fallito. 

  • Test, test, test: non c’è posto e tempo per nessun preconcetto ma solo per ipotesi da testare, sull’apprendimento dai fallimenti e sulla rapidità di nuove risposte. 

  • La migliore soluzione è l’obiettivo da raggiungere. 


Trasformare un’azienda tradizionale in un’azienda Lean richiede un processo lungo e impegnativo che non incide solo sulle azioni ma sul pensiero, sul mindset aziendale. Competenza, volontà, open mind, ambiente sano sono solo alcuni dei punti necessari per far cambiare e crescere l’impresa in ottica Lean. 
È bene precisare che per applicare il metodo Lean non puoi pensare ogni giorno di testare tutto. Fare molti esperimenti richiede tantissimo tempo come saprai tra il dire e il fare c’è di mezzo una grande e complessa quotidianità. Devi essere pronto a validare ciò che reputi sia necessario, rischioso e cruciale per il futuro del prodotto. 


Fatti Coraggio: trovalo, conquistalo, tiralo fuori. Applicare il metodo Lean richiede coraggio e predisposizione al rischio. Predisposizione al rischio di conoscere anche le verità più scomode. Definisci gli obiettivi e sfidali ogni giorno, cercando di far venire al pettine già nella prima fase i nodi più complicati. Correre il rischio di fallire oggi potrebbe evitarti di distruggere il tuo piano domani. 

Ho un prodotto B2B da lanciare: per contatti e esperienze potrei restare nella mia comfort zone e scegliere l’Italia come paese lancio o no. Quindi ho due strade: sfruttare la mia comfort zone o rischiare e lanciarlo nel Paese a me sconosciuto ma riferimento per il settore nel mercato mondiale, rischiando fin da subito di conoscere se la mia azienda possa o no davvero conquistare un mercato potenzialmente grande. 

Fai tesoro di ciò che sai ma soprattutto di ciò che non sai. A volte siamo così innamorati delle nostre idee, di ciò che sappiamo, di ciò che facciamo o vorremo fare che non ci rendiamo conto di essere noi stessi il problema. L’ostacolo verso la nuova scoperta, verso ciò che ancora non sappiamo. Ebbene sì perché spesso pensiamo magari di aver avuto una grande illuminazione ma altrettanto spesso ci dimentichiamo che senza una validazione resta e resterà solo un’ipotesi. 

Metti da parte il tuo io e lascia alla scoperta, alle cose che non sai di sapere, il suo posto.

Andare avanti sempre, nei giorni sì è in quelli no. Applicare la metodologia Lean significa entrare in un’ottica di pensiero che perdura nel tempo e nelle attività non disperdendosi. Per farlo ci vuole molta costanza e disciplina.


La Metodologia Lean, un metodo e non una bacchetta magica.

Implementare e applicare il metodo Lean ti permetterà di affrontare i problemi in modo diverso. Niente magie ma un nuovo mindset da abbracciare e sperimentare con costanza. 

Con il Lean non potrai risolvere immediatamente i tuoi problemi è vero (te lo auguro ma dai lo sappiamo che non funziona proprio così) ma fare comunque qualcosa di davvero importante. Potrai ridurre la variabile dell’incertezza nel tuo progetto e scalare gli esperimenti. Quindi dopo ogni test potrai affermare quali ipotesi sono diventate certezze.


Nel Metodo Lean cambiare idea si può.

Quando parliamo di Lean non possiamo non parlare di Pivot. Cos’è? Cosa significa? Il Pivot, termine che deriva dal gergo del basket, è strettamente correlato al cambiamento. Cambiamento inteso come cambio di segmento del mercato, come cambio di canali di distribuzione del prodotto, come cambio di strategia aziendale per il posizionamento del prodotto o come cambiamento del prodotto stesso, per esempio. Perché parliamo di Pivot in un post dedicato al Lean?
Il Pivot avviene dopo i tanti esperimenti tipici del Lean: testando il prodotto, il modello originale del prodotto, le ipotesi vengono validate, l’incertezza diminuisce e le modifiche si applicano in ottica di miglioramento del prodotto e/o in risposta ai bisogni del mercato. Le start up sono le aziende che più volte cambiano. E fanno bene a cambiare e ancora più a farsi domande. “Quello che stiamo facendo serve? Il mercato ha bisogno del nostro prodotto? Risolviamo un problema a un ipotetico user?”

Se a queste e molte altre domande, dopo i test, l’azienda avrà delle risposte positive bene, la strada intrapresa è quella giusta. In caso contrario, come spesso accade, puoi giocarti il pivot: cambiare non è fallire ma ammettere che hai preso una strada sbagliata e che lo hai fatto quando ancora il tempo era a tuo favore, quando hai ancora il tempo di cambiare. L’obiettivo è ricercare un business model scalabile e per farlo i test, i tentativi e i cambiamenti fanno parte del gioco e del processo. 

Quanti prodotti funzionanti sono abbandonati perché non indirizzati al target giusto? Quale problema vuole risolvere il tuo prodotto? E per chi vuole farlo? Senza la chiarezza anche il prodotto migliore resterà inutilizzato.


Non c’è Lean senza... MVP!

L’MVP, o Minimum Viable Product, non è nient’altro che un prodotto minimo, un prodotto iniziale funzionante. Pensateci: quante volte start up e imprese passano anni e anni a perfezionare il prodotto, investendo tempo e denaro, non validando prima l’interesse del mercato per il prodotto? La strategia migliore non è investire alla cieca su un prodotto ancora tutto da testare ma dotare lo stesso prodotto delle sue funzioni più importanti e raccoglierne i feedback degli user e dei futuri clienti. Attraverso l’MVP si possono comprendere quale sono le aspettative e le esigenze del vostro target, se il prodotto colmi realmente un gap di mercato, se la base del prodotto c’è o no, testare l’usabilità del prodotto. 

In sintesi l’MVP è fondamentale, soprattutto per le start up, in quanto ti consente di minimizzare il rischio di insuccesso, modificando e migliorando il prodotto prima di investire su di esso ulteriormente. Inoltre ti permette di apprendere velocemente e di avere un riscontro reale con il mercato e con l’user. 


Per concludere è bene sottolineare che Lean è un metodo e come tale va inteso ed utilizzato. Sperimenta, prova, trova la tua strada e il tuo metodo. Deve funzionare per te! 
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