DAL MINIMUM VIABLE PRODUCT AL PRODUCT MARKET FIT
IL PASSO NON E' BREVE!

Come passare dal MVP (minimum viable product) al PMF (product market fit)? È proprio da qui che iniziamo oggi il nostro post, cercando di individuare ed evitare i tipici errori che si commettono in questo percorso.

Apriamo due piccole parentesi andando a rispolverare un attimo la definizione di MVP e PMF. 

Un MVP, ovvero Minimum Viable Product, è la versione iniziale del prodotto: non sai se ciò che andrai a sviluppare funzionerà quindi, prima di investire in una soluzione finale, costruisci una versione funzionante con un minimo investimento di risorse. 

Ed adesso veniamo al PMF, cioè Product Market Fit, ovvero essere in un buon mercato con un buon prodotto che soddisfi quel mercato. Prima di arrivare al PMF devi individuare il problema presente nel mercato individuato e andarlo a risolvere con il prodotto/servizio da te offerto. Attraverso dei dati qualitativi e quantitativi ottenuti osservando il comportamento del target in relazione al tuo prodotto, potrai testare la soluzione e validare la cosiddetta fase del Problem Solution Fit.

Ma torniamo al nostro punto di partenza, cioè andare ad individuare quali errori potrebbero verificarsi nel percorso da MVP a PMF. Gli scenari potrebbero essere moltissimi ma per esperienza condividiamo con voi almeno questi tre.

Errore numero 1: non utilizzare l’MVP.

Non basta creare un MVP; occorre testarlo e renderlo utilizzabile dagli utenti. Spesso le aziende compiono il grave errore di realizzare l’MVP ma poi abbandonarlo a se stesso: pensiamoci bene, quante landing page abbiamo lasciato per strada? Già nella fase di costruzione dell’MVP dobbiamo pensare a chi e come farlo usare. Per validare le ipotesi, devi rendere visibile il tuo prodotto e testarlo. Quindi quando realizzi il tuo MVP devi investire il tuo tempo nella costruzione del  MVP ma anche nella prima acquisizione clienti. Datti un vero obiettivo numerico: di quanti utenti ho bisogno per validare le mie ipotesi? 

Errore numero 2: ascolta l’utente ma non perdere ma la visione di insieme.

Soprattutto in fase di startup ascoltare il mercato e i bisogni dei clienti è necessario anzi vitale per capire se ciò che stiamo facendo abbia un senso oppure no. Detto questo però non si può nell’interazione con l’user cambiare sempre strada o, peggio, arrivare a far costruire agli stessi utenti il prodotto. Raccogliere feedback non significa mettere in discussione sempre tutto: il customer development è lo strumento per raggiungere la tua visione non costruirla.

Inoltre non tutti i feedback hanno lo stesso peso. Evita quelli di conoscenti o persone lontane dal tuo target di riferimento: il prodotto deve essere testato e valutato da chi effettivamente lo userà e sarà predisposto a pagare per utilizzarlo. Altro elemento da considerare nella fase di test sono le dimensioni del segmento del mercato riferimento: parti sempre da individuare una nicchia ed espanditi poi nella ricerca in una fase successiva. 


Errore numero 3: non fermarti alle apparenze.

Accertati di aver raggiunto il PMF davvero: anche se arrivi ad avere i primi clienti non significa esserci dentro. Uno degli sbagli più significativi che si commettono è proprio cercare di acquisire più clienti possibili con un prodotto non ancora pronto. Anche se mettere sul mercato un prodotto, lanciare una startup è oggi più semplice e meno costoso grazie ai tanti strumenti che abbiamo a disposizione, il processo di acquisizione clienti resta invece molto costoso e impegnativo. Nel percorso ci facciamo incantare dalle vanity metrics e da tutta ciò che deriva dalle attività di advertising: essere al centro di articoli, giornali, post per esempio non significa essere nel PMF.


Più sarà chiaro il tuo scopo, il why, il perché del tuo prodotto, più riuscirai a mantenere costante il tuo obiettivo. La vision, la tua identità è fondamentale per non perderti durante il tuo percorso. Allo stesso tempo devi essere bravo ad evolverti, ad ascoltare il tuo mercato e i suoi bisogni, anticipandoli con avanguardia senza tradire i tuoi valori. Facile? Niente affatto. Possibile? Sì. Prendiamo ad esempio Netflix. Il suo prodotto si è evoluto nel tempo riuscendo sempre a restare fedele alla sua identità. All’inizio inviava i dvd tramite posta tramite un servizio di abbonamento passando poi a essere nel tempo ciò per cui è diventato oggi famoso: un ottimo esempio di una vision solida integrata ad un ascolto del mercato riflesso in una flessibilità di prodotto.


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